Una vita nel caffè – intervista a Giovanni Bazzocchi

s@mu
Senza categoria

Giovanni Bazzocchi è una delle figure più importanti per questa azienda, un personaggio che ha fatto la storia di ABC caffè e che ha trascorso una vita nel caffè. Giovanni, conosciuto da tutti come Vanni, da qualche tempo è andato in pensione e per ABC è stato un passo importante.
La ragione sociale ABC caffè si deve proprio ai suoi genitori: A sta per Antonelli, la mamma e B sta per Bazzocchi, il papà, la C stava per Cesena.
Per questo gli abbiamo riservato uno spazio nel nostro sito internet e un’intervista del tutto speciale, ma nello stesso tempo semplice e allegra come è lui.

  • Giovanni ci racconti come e quando nasce l’attività e ABC caffè? E da quanto tu sei presente in questo mondo?

L’ABC nasce nel 1950, fondata da mio padre che era direttore della Cooperativa di Consumo di Cesena. Quando mio padre si licenziò ebbe come liquidazione i macchinari della torrefazione e iniziò così l’attività.
Da bambino io g
iocavo sui sacchi di caffè e fù assunta anche una persona per badarmi. Era un ragazzo di qualche anno più vecchio di me, assunto perché i miei erano impegnati entrambi; mia madre seguiva il  negozio di dolciumi attiguo alla torrefazione e mio padre la torrefazione. Io ero molto vivace ne combinavo di tutti i colori, nonostante negli anni ’50 non ci fossero molti pericoli.
Poi ho studiato e ho fatto il militare e quando sono tornato, il 1 maggio 1975 ho iniziato questa avventura

  • Volevi lavorare nel mondo del caffè?

Non è che da bambino io avessi voluto entrare in questo mondo, infatti avevo studiato geologia perché volevo fare vita all’aperto. Poi quando mio padre morì è toccato a me!

  • Hai svolto diverse attività nel mondo del caffè in tutti questi anni. Ci vuoi parlare di quello che ti è piaciuto di più?

Il lavoro dietro la scrivania non faceva per me, infatti ho mollato. Sicuramente tutti gli anni che ho passato in giro, a contatto con i clienti, sono stati i più divertenti. I più divertenti e anche i più intensi. Si perché se da giovane ero tanto timido, invecchiando … meno, molto meno. Sono riuscito, non con tutti ovviamente però con parecchi clienti, a entrare in sintonia. Lo vedo anche adesso in una fase in cui li sto lasciando … lo vedo … non dico le lacrime però comunque in tanti mi dimostrano dell’affetto e questo mi fa molto piacere.

Mi piace entrare in contatto con i clienti, il caffè crea momenti di intimità con le persone.

Fortunatamente non ho così pochi clienti, quindi c’è un po’ di tutto, dall’ottantenne al ventenne, da quello benestante a quello che fa fatica a pagare il caffè. Sicuramente mi sono trovato meglio con le famiglie; quando ti aprono le porte di casa ti fanno entrare anche nella loro vita.

  • Come si è evoluto il settore del caffè negli anni? Fra la sua generazione, quella di suo padre e quella attuale, cosa è cambiato?

Le persone sono persone, ci sono i buoni e i cattivi da tutte le parti e in tutti i lavori, però posso dire che ciò che è cambiato è il livello di serietà.
Può sembrare strano dire che negli anni ’60 era così, ma credo veramente che negli anni ’60 si raccontavano molte più bugie di oggi, anche nel caffè. Oggi la bugia non paga perché viene scoperta in fretta.
Una volta invece, non essendoci tutta questa concorrenza che c’è oggi, anche per le difficoltà di spostamenti e di rete stradale… Una volta c’erano più balle.

  • Per il tuo gusto personale, qual è il caffè che apprezzi di più e di che tipo?

Ovviamente una miscela ABC. Se non parliamo di miscele oggi preferisco e apprezzo molto un buon caffè di robusta.

  • Nostalgie? Avresti voluto fare qualcos’altro nella tua vita professionale?

Mah, no. Sono contento di quello che ho fatto. Se tiro la riga sono contento di quello che ho fatto e di come sono. Sono sereno.

Buon caffè a tutti!

Tags: ABC, caffè, storia,